Trasmesso al Tribunale il Piano di rientro di Alto Calore
Novembre 10, 2022Sono stati trasmessi per via telematica tre corposi faldoni al tribunale di Avellino, la cui Procura nel settembre 2021 aveva chiesto il fallimento dell’ente idrico. Non fu un fulmine a ciel sereno all’epoca, ma aveva comunque destato scalpore il fatto che per un ente pubblico fosse stata chiesta una procedura così clamorosa. Il passivo di 170 milioni di debiti è talmente enorme, che un ente di giustizia voglia accertarne la natura è più che normale. Gestione dissennata e sprechi per anni avallati da una “politica distratta” hanno portato a questo poco edificante risultato.
Da qui il Piano dei buoni propositi da parte di un Ente che “non può fallire”.
Il Piano proposto prevede lo scorporo del ramo d’azienda sannita ed il passaggio alla Regione Campania delle sorgenti di Cassano e di Montemarano ed i relativi costi manutentivi ed energetici a carico dell’ente regionale. Sarà rivisto il piano tariffario e sarà perseguito il recupero delle morosità dei Comuni, soci stessi del Consorzio. Ultimo proposito, ma non in ordine di importanza: si darà seguito, tramite i fondi del PNRR, a quegli investimenti necessari per la ristrutturazione delle condotte colabrodo, che tante dispersioni e sprechi hanno patito.
Ma tale Piano previsionale è subordinato al giudizio che la Procura di Avellino darà.
Nei giorni scorsi c’è stato l’assist del Governatore De Luca al salvataggio, con il contributo della Regione Campania di quaranta miliardi in cinque anni. Questo è lo spazio temporale che occorrerà al disastrato conto dell’Alto Calore di rientrare in una gestione finanziaria accettabile. Se il Piano andrà a buon fine la gestione dell’acqua irpina resterà pubblica; in caso contrario, secondo la legge Madia, potrà passare in mano privata, compresa la gestione dei Comuni soci e del personale dipendente.