Un’emergenza psichiatrica, nessuno parla #coronavirus

Un’emergenza psichiatrica, nessuno parla #coronavirus

Marzo 26, 2020 Off Di Redazione

Dentro le mura delle case sono bloccate milioni di persone già fragili, che rischiano danni irreparabili alla propria salute mentale. All’inizio la dipingevamo come una scocciatura. Con un sorriso, perfino piacevole: evviva, sto a casa, mi rilasso, mi rimpinzo di film e libri, facciamo un aperitivo in videochat, cantiamo sui balconi. Presto ci siamo accorti che stare rinchiusi per giorni, mentre fuori imperversa una strage di cui non si vede ancora la fine, non è una vacanza. Ma per molti il lockdown non è solo spiacevole o malinconico. È una bestia nera i cui morsi lasceranno ferite difficili da rimarginare. Che l’isolamento sia un dramma per una specie sociale come quella umana non dovrebbe sorprenderci. Siamo in acque sconosciute: non abbiamo idea di cosa accada psicologicamente e culturalmente durante un lockdown nazionale, se non esteso in pratica all’Occidente intero. Ma abbiamo qualche esperienza che può guidarci. Ricordate l’ epidemia da coronavirus, che però riuscimmo a contenere: la SARS¸tra 2003 e 2005. Ne risulta che isolamenti anche inferiori ai dieci giorni possono portare a effetti a lungo termine. Ancora dopo tre anni, essere passati dalla quarantena correla con sintomi di stress post traumatico e abuso di alcool o altre sostanze. I timori del contatto sociale che stiamo acquisendo adesso, in cui chiunque si avvicini a meno di pochi metri di distanza è un potenziale nemico, rimarranno nel tempo: comportamenti evitanti sono stati mantenuti per mesi in alcuni casi – e di nuovo, parliamo di quarantene più brevi e non globali. Gli effetti economici della quarantena -perdita del lavoro e/o di reddito- si protraggono e rischiano di peggiorare ulteriormente le condizioni psicologiche. Le donne e i giovani tra i 16 e i 24 anni sembrano i soggetti più colpiti dagli effetti psicologici della quarantena. Questo in generale. Ma dentro le mura delle case sono bloccate milioni di persone già fragili, che rischiano danni irreparabili alla propria salute mentale, se non letteralmente la vita. Persone soggette a malattie psichiatriche come depressione , ma anche schizofrenia , disturbi bipolari , dipendenza da sostanze, demenze. In questa situazione bisogna essere fermi sull’attenersi al lockdown, favorire gli interventi di sostegno a distanza (telefonici e mediati dal web) e non ridurre l’assistenza ai pazienti più gravi. Per la popolazione generale, diffondere il più possibile informazioni su come orientarsi in questo momento per gestire lo stress: mantenere uno stile di vita salutare in casa, coltivare le relazioni sociali anche utilizzando Internet, limitare il tempo dedicato alle ricerche compulsive di informazioni che poi turbano, ricercare solo notizie da fonti accreditate, non gestire lo stress utilizzando fumo, alcol o altre sostanze, non avere timore di chiedere aiuto.

La speranza ora è che questo aiuto ci sia. La notte sarà lunga, in qualche modo: è necessario che la politica agisca per accendervi delle luci. O il danno alla salute mentale sarà un’altra delle cicatrici devastanti che il coronavirus lascerà su questa generazione.